.
Don Nicola Florio, nato a Vasto il 30 dicembre 1974, è stato ordinato sacerdote il 29 giugno 1999 ed è stato parroco di Pretoro (CH) dal settembre 2001 ad agosto 2009 dove ha svolto la sua missione coinvolgendo soprattutto i giovani sia della parrocchia che della Diocesi in quanto responsabile della Pastorale giovanile, andando con loro alle diverse Giornate Mondiali della Gioventù nelle varie parti del mondo e organizzando tanti incontri e attività per la loro crescita vocazionale e formativa.
Inoltre, dal 2005, è Direttore dell’Ufficio per la Pastorale Scolastica della Diocesi.
Dopo otto anni di parrocato a Pretoro, l’Arcivescovo Mons. Bruno Forte gli affida la Parrocchia della Natività di Maria Santissima in Cupello dove, il 3 settembre 2009, avviene l’insediamento ufficiale.
Nome: Eleonora |
|
Nome: Angela |
|
Nome: Alda |
|
Nome: Don Nicola |
|
Nome: Nicola |
|
Nome: Rossella |
|
Nome: Daniele |
|
Nome: Giovanni |
|
Nome: Marila |
Forse non tutti sanno che per lo Zingarelli “ragazzo” significa “fanciullo, giovanetto” direi pertanto indicativamente da 8 a 14 anni. Questa ignoranza fa sì che imperversa sui mass media il diffuso malvezzo, nella titolazione e nei testi, di un indiscriminato uso improprio, erroneo direi, del vocabolo, adoperato oltre che per giovani della fascia d’età della scuola media superiore, anche per giovani di età universitaria (19-26 anni) e finanche per trentenni o addirittura trentacinquenni e quarantenni. A mio parere tale costume non agevola la crescita personale e la responsabilizzazione dei giovani: infatti, c’è il rischio che odiosi episodi di bullismo o veri e propri fatti criminosi passino per “ragazzate”, e che per i loro autori (cfr l’omicidio di perugina) sia normale la definizione di “ragazzi” 8inoltre simpaticamente chiamati col solo nome – sulla scia di “Olindo e Rosa – anziché, per esempio, “i giovani accusati dell’efferato delitto”). Si giunge al paradossale, al grottesco, allorché (radio giornale delle 8,30 di qualche mese fa) i due scippatori che hanno causato la morte di una malcapitata vengono definiti “ragazzini” avendo rispettivamente “solo” 15 e 16 anni! Penso, ma forse mi sbaglio, che i professionisti dell’informazione dovrebbero porre più attenzione all’uso dei termini. Con la scrittura, le civiltà hanno fatto passi da gigante. Nella modernità, il padre della psicanalisi, Sigmund Freud, mette in guardia riguardo “la forza delle parole”. Le parole hanno il potere di plasmare una mentalità, anche e soprattutto quelle usate dai mass media, che sono i nuovi “pulpiti” della società laicizzata. Ora, va da sé che l’impiego troppo disinvolto, improprio o fuori contesto di termini quali “ragazzi”, “ragazzini”, “ragazzate” concorre, oggi, ad aumentare la confusione che regna a proposito della cosiddetta “età della crisi”, ovvero l’adolescenza, alla quale – un tempo – era attribuita una durata circoscritta. Certi dati antropologici macroscopici che contrassegnano il presente, come l’infantilismo diffuso, la sindrome di Pater Pan, il bullismo giovanile, il teppismo, lo “sballo” con alcool e droghe, l’evanescenza dei legami di coppia, tutto ciò è conseguenza – oltre che della cultura sessantottina del “vietato vietare” – anche di un’incoerenza educativa che si rispecchia nel linguaggio quotidiano e che delinea una vera e propria emergenza. Qualche giorno fa, nel pieno centro di Milano, due fratelli di 18 e 17 anni, ubriachi, hanno prima messo in ridicolo una coppia di anziani coniugi, quindi percosso un vigile urbano che aveva osato intervenire: eppure, il giorno successivo, molte cronache giornalistiche non hanno rinunciato a definire “ragazzi” i due malviventi, che fra l’altro non erano alla loro prima impresa del genere. Ritengo che l’uso di simili termini è irresponsabile e dannoso a dir poco quanto certa leggerezza indulgente in famiglia (“…Si sa, sono ragazzi”!) che finisce col divenire collusione, se non istigazione. Certo nessuno ha la bacchetta magica per risolvere in un baleno problemi complessi, ma sarebbe ora di cominciare a riconsiderare, fin dall’età della ragione, il valore – anche cristiano – della responsabilità personale e della disciplina.
Don Michele Carlucci
)Da lunedì a sabato
ore 18:00
Domenica e giorni festivi
ore 9:30
ore 11:15 (in diretta streaming)
ore 18:00
email: donnicola@parrocchiacupello.it
…tutte le indicazioni per arrivare presso la nostra parrocchia…
La Parrocchia della Natività di Maria Vergine Profilo storico e genealogico
(Da ricerche effettuate nell’archivio parrocchiale e in quello della Curia Vescovile di Vasto)
Dal libro “Cupello e la sua gente” di Antonio Marcovecchio
La Comunità Cristiana di Cupello ebbe la sua culla nella così detta «Chiesa vecchia» intitolata alla «Natività di Maria Vergine» in cui era custodita e venerata una bella statua lignea della Madonna col Bambino comunemente invocata come «Madonna del Ponte». Scrivendo di questa, nel 1935, il ch.mo Prof. Francesco Verlengia afferma: «Stando alle analisi stilistiche, tanto essa quanto la sua chiesa, che da alcune particolarità architettoniche appare di origini medioevali, dovettero preesistere al paese attuale, il quale, come è noto, deve la sua fondazione a una colonia di Slavi ivi emigrata». «Da una fede fatta dal Camerlengo di Monteodorisio, nelle cui vicinanze è sita la suddetta Terra, ravvisasi che gli abitatori di questa sono sempre stati applicati alla colonia della terra, ne vi sono persone letterate, quantunque vi fosse qualcheduno che sappia scrivere, e questo da poco tempo a questa parte tanto ma, che per quello che gli hanno i loro antichi cittadini narrato ne bisogni dell’Università e negli affari di quel pubblico si fossero serviti di un Sacerdote che in detta Villa risiedeva in grado di economo». Difatti,« … da libri di battesimo (-e il primo è del. 1604 -), matrimoniali e defunti apparisce che quei Curati ad immemorabili sono stati ad nutum amovibili nella Cura ed amministrazione dei Sacramenti. Per lo più i Curati suddetti sono stati annuali e talvolta non hanno compito l’anno. Oltredichè diversi di essi Curati erano di diverse Diocesi, or col titolo di Cappellano, or col titolo di Curato e diverse volte con quello di Economo».
Nei primi Registri (1604) troviamo la firma di Don Michele Clerici. Nel 1640 firma il Curato D. Antonio De Angelis.
Nel 1642………..D. Luca De melena.
Nel 1649………..D. Donato Giordani.
Nel 1655 ……….D. Giovanni Silvestri.
Nel 1659………. l’Economo Don Gennaro Delitiis.
Nel 1661………. l’Economo Don Alessio Viti.
Il 17 luglio 1701 per la prima volta fu amministrata la S. Cresima dal Vescovo di Termoli quando era economo Don Fabiano Matassa. La prima Santa Visita Pastorale dell’Arcivescovo di Chieti avvenne il 1° dicembre 1708. C’erano allora due sacerdoti: D. Francesco Rodini e D. Saverio Matassa. Nel 1734 l’Arcivescovo di Chieti ravvisò l’opportunità di costituire Villa Cupello in Parrocchia distaccandola da quella di Monteodorisio. Perciò, con propria Bolla la eresse in Arcipretura e la dichiarava libera da qualunque ius patronauta riservandone a se e ai suoi successori la collazione.
1° PARROCO – Arciprete fu Don Francesco RODINI che prese possesso il 1° agosto 1734 e vi rimase fino alla morte avvenuta il 3 settembre 1748. Economo: Don Saverio Matassa.
2° PARROCO – Arciprete Don Michele CIERI di Carunchio. Nominato il 3 maggio 1749, mori il 13 giugno 1777. Economi: Don Carlo Berardi e Don Michele Boschetti dal 1762. NOTA – In data 29 giugno 1777 «l’Università di Villa Capello e per lei gli attuali Amministratori chiedono la nomina a Parroco del concittadino D. Michele Boschetti che per I S anni è già stato economo al fu Arciprete, ed è riconosciuto degnissimo sacerdote per zelo e pietà nonchè per voce ed esempi di costumi morigerati». Firmato con segno di croce.
3° PARROCO – Arciprete fu Don Michele, BOSCHETTI che partecipò al concorso canonico e f a nominato il 25 luglio 1777. Egli ottenne nel 1792 di trasferire le funzioni parrocchiali nella rinnovata Chiesa di S. Rocco Protettore perché «più ampia e centrale». Mori il 17 settembre 1806.
4° Parroco – Arciprete fu Don Pasquale PERSIANI, di Archi, dal 23 dicembre 1806 alla morte avvenuta il 31 gennaio 1850. Egli curò la costruzione dell’abside e del campanile. NOTA – Il 31/5/1834 la Parrocchia di Villa Capello contava 2185 anime con 469 abitazioni «tutte intersecate da orticini per un miglio e più di circonferenza». Il 6/10/1834 si ebbe la seconda Santa Visita Pastorale di Mgr Giosuè Maria Saggese, Arciv. dì Chieti, col canonico convisitatore Don Ferdinando Persiani. Economo D. Vincenzo Caporale dal 1837.
5° PARROCO – Arciprete fu Don Ferdinando PERSIANI, di Liscia, che prese possesso il 27 luglio 1850. Già Canonico a Chieti, il 2 febbraio 1852 fu promosso Penitenziere della Cattedrale, per cui ritornò a Chieti. Economo interino fu Don Vincenzo Caporale.
6° PARROCO – Arciprete fu Don Raffaele LALLI, n. a Liscia il 15/5/1808. Prese possesso il 12 agosto 1854 e rinunziò per vecchiaia il 1 ° luglio 1893. Economi: Don Giuseppe Antonio Paganelli. Dal 1878 Don Giuseppe Boschetti (fu parroco poi a Paglieta dal 1898 al 1907). Don Cassiodoro Di Fonzo dal 1888 al 1891.
Don Pasquale Alonzo dal 1892. Don Desiderio Della Penna fino al luglio 1893.
7° PARROCO – Arciprete fu Don Raffaele CHECCHIA, di Montazzoli. Prese possesso il 19 luglio 1893 e rinunziò per motivi di salute il 15 settembre 1898. Economo: dall’ottobre 1896 Don Guglielmo Filippone al 1/3/’97; Don Luigi D’Aurizio dal 4/3/1897 al 29/10/1899; Don Raffaele Calabrese.
8° PARROCO – Arciprete fu Don Raffaele CALABRESE, già Canonico di Trevico, prov. di Avellino. Prese possesso il 31 maggio 1900 e morì il 22 marzo 1912, a 78 anni. Curò la costruzione della Cappella, oggi del SSmo Sacramento. Economi: Don Antonio Di Carlo di Monteodorisio, Don Antonio Bellano, ordinato Sacerdote il 22/6/1905.
E qui comincia la serie di tre nomine non perfezionate con la presa di possesso ma seguite da rinunce. Così fece:
a) Don Nicola Turlone di Cupello: nominato il 28 giugno 1912; rinunciò il 10 Ottobre 1912.
b) Don Valentino Maiale di Palmoli; nominato il 6 dicembre 1912; .rinunciò il 6 febbraio 1913.
c) Don Gaetano Ciccarone di Scerni: nominato il 27 marzo 1913; rinunciò il 10 agosto 1913.
Durante questa lunga vacanza, a reggere la Parrocchia c’è l’Economo compaesano Don Antonio Bellano con Don Domenico Colantonio di Casalanguida.
9° PARROCO – Arciprete fu Don Nicola SARACENI, di Casalbordino, che prese possesso il 6 gennaio 1914. Mori il 2 giugno 1948. Suoi Coadiutori furono: Don Antonio Bellano; Don Pasquale Rischitelli di Tocco Casauria (PE) (26/4/1943); Don Francesco Ugazio di Galliate (NO)
10° PARROCO – Arciprete fu Don Nicola GIGANTE, di S. Valentino (PE), che venne nel maggio 1948 e rinunciò a maggio 1950.
11° PARROCO – Arciprete fu Don Gabriele d’UGO, di Liscia, dal maggio 1950 alla morte 10 marzo 1968. Vicari cooperatori furono: 1) D. Luciano CicChieti e, 2) D. Giuseppe Saraceni.
12° PARROCO – Arciprete fu Don. Camillo GENTILE, di Casoli, dal 2 giugno 1968 al 2005. Vicario Cooperatore fu Don Carlo Filippo Lucarelli.
13° PARROCO – Arciprete è Don Michele Carlucci dal 21 settembre 2005 al 2 settembre 2009
14* PARROCO – don Nicola Florio, di Vasto, dal 3 settembre 2009