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VIA CRUCIS PER LA PACE

Introduzione

Fratelli e sorelle, vogliamo vivere questa via crucis, invocando dal Signore
il dono della pace. Ci assistano la Vergine Maria e i nostri Santi Patroni.
Amen.

Prima stazione

PILATO CONDANNA A MORTE GESU’

Gesù, Pilato se ne è lavato le mani e ti ha abbandonato.

Io non l’avrei fatto…

Eppure mi capita spesso di fare come Pilato.

Gesù, ti hanno fatto portare la croce.

Ma come fanno a non capire che sei innocente?

Io sarei stato al tuo fianco.

Eppure non voglio mai aiutare gli altri a portare i loro pesi.

Gesù, sei caduto sotto il peso della croce.

Ma perché non ti hanno sorretto?

Io sarei intervenuto.

Eppure molte volte dico: “Se l’è voluta, io mi faccio i fatti miei”.

Gesù, ti hanno inchiodato sulla croce.

Perché non scappi e ti salvi?

Io invece non mi lascio mai inchiodare, scappo prima.

Gesù, sei morto in croce per noi.

Perché pagare per gli altri?

Io non sono capace di dare la vita per gli altri,

ma voglio che siano loro a darla per me.

Gesù, Tu a Pasqua risorgerai.

Io posso e voglio solo pregarti così:

“Fammi morire con Te per risorgere con Te!”.

Seconda stazione

GESU’ PRENDE LA CROCE SULLE SPALLE

Non crederemo mai al diritto del più forte, al linguaggio delle armi, alla
forza dei potenti.

Signore, noi vogliamo credere ai diritti della persona umana, alla forza dei
non-violenti.

Non crederemo mai che non dobbiamo occuparci di quanto succede lontano da
noi.

Signore, noi vogliamo credere che il mondo intero è casa nostra.

Non crederemo mai che noi possiamo combattere l’oppressione altrove, se
tolleriamo l’ingiustizia vicino a noi.

Signore, noi vogliamo credere che non saremo mai liberi fintanto che una
sola persona è in schiavitù.

Non crederemo mai che la guerra e la fame sono inevitabili e la pace
inaccessibile.

Signore, noi vogliamo credere alle piccole azioni, all’amore che crea pace
sulla terra.

Osiamo credere, sempre e malgrado tutto, in un’umanità nuova.

Signore, noi osiamo credere al tuo sogno:

nuovi cieli e nuova terra, in cui abiteranno la giustizia e l’amore.

Per questo ti sei sacrificato e noi continuiamo oggi il tuo sacrificio.
Amen.

Terza stazione

GESU’ CADE LA PRIMA VOLTA

Se credi che chi riunisce gli uomini è più importante di chi li divide.

Se sai guardare l’altro con un po’ di amore.

Se sai preferire la speranza al sospetto.

Se ritieni che spetta a te fare il primo passo piuttosto che all’altro.

Se puoi rallegrarti della gioia del tuo vicino.

Se l’ingiustizia che colpisce gli altri ti indigna quanto quella che subisci
tu.

Se per amore sai donare gratuitamente un po’ del tuo tempo.

Se credi che un perdono va più lontano di una vendetta.

Se sai ascoltare l’infelice che ti fa perdere il suo tempo e gli serbi il
sorriso.

Se sai accettare la critica e cerchi di trarne profitto.

Se la collera è per te una debolezza e non una prova di forza.

se ti metti dalla parte del povero oppresso senza passare per un eroe.

Se non “raccogli il sasso” ma lasci cadere l’offesa.

Se perdoni di cuore e consideri le presone per le quali hai sofferto,

strumenti preziosi usati da Dio per farti crescere.

Se credi che l’amore è la sola forza che conquista e costruisce.

Se credi che la pace è possibile perché chiesta umilmente a Dio…

… allora la pace verrà.

Quarta stazione

GESU’ INCONTRA SUA MADRE

“Sono la mamma di Teresa. Quando mia figlia è morta per un incidente
stradale, aveva appena diciassette anni. Tornava a casa con tre amici, con i
quali aveva festeggiato il suo compleanno; poi quel maledetto incidente e
Teresa è entrata in coma.”

“Non sei la sola, guarda, sotto questa Croce siamo tante madri, ognuna con
il suo dramma. Vedi, il mio Gesù è appeso a questo legno, vittima innocente
della cattiveria degli uomini.

“ Nella camera di rianimazione piena di macchine sofisticate, di fili e tubi
che le coprivano il corpo io la chiamavo: – Teresa amore, sono la tua mamma,
apri gli occhi, fai un piccolo movimento. Ti voglio bene, resisti!”

Anch’io ho accompagnato Gesù lungo il Calvario; le cadute e i colpi che gli
hanno inferto hanno straziato il mio cuore di mamma e quella croce sulle sue
spalle ha schiacciato anche me sotto il suo peso.”

“Poi un medico mi disse, che donando gli organi di Teresa si sarebbero
potute salvare altre vite. E’ stato difficile, ma ho accettato, certa che
Teresa avrebbe detto di sì.”

“Anche Gesù morendo ha donato la propria vita compiendo un estremo atto di
Amore nei confronti dell’umanità.”

“Ora sono sola, non ho più la mia bambina. So che il Signore è buono, che
forse aveva bisogno di un angelo e si è preso mia figlia. E’ dura! A volte
glielo dico: – Signore mio, la tua croce è troppo pesante, non ce la faccio
a portarla.”

“Non rassegnarti, abbraccia l’orizzonte che si apre davanti a te. Non sei
sola, c’è sempre qualcuno per cui tu sei importante. L’unico modo per
colmare il vuoto e per continuare come me ad essere madre, è dare amore a
chi ne ha bisogno.”

Quinta stazione

SIMONE DI CIRENE AIUTA GESÙ

“Occorre dire sì alla pace cominciando da noi stessi, cercare di essere
pacificati per diventare pacificatori, in modo da indirizzare le scelte
politiche, economiche, culturali. Certamente, – il cuore nuovo – saprà come
riconciliarsi.

Dobbiamo essere convinti che la riconciliazione, la reciprocità sono i nuovi
nomi della pace, altrimenti la guerra sarà sempre pronta a scattare.

La guerra ha eserciti pronti, addestrati 24 ore su 24, e fabbriche pronte a
produrre.

E la pace cos’ha?

LA PACE HA ME

LA PACE HA TE.”

Il dono particolare che il Signore ci ha fatto

essere speranza per gli uomini del nostro tempo –

si radica in noi

nella misura in cui ci svuotiamo da noi stessi

e ci riempiamo della Presenza di Dio;

il Padre che ci ama costantemente,

il Figlio che ci comunica la sua Parola,

lo Spirito Santo che ci sospinge verso strade e fatti nuovi,

aiuteranno l’uomo del nostro tempo

a tirare fuori la speranza assopita,

se saremo abitati da Dio e

liberi da ogni spirito di giudizio,

da ogni rancore, da ogni rivalità,

impareremo a vivere

secondo le beatitudini evangeliche.

Puri di cuore, miti, poveri,

pacificati e pacificatori. (Ernesto Oliviero)

Sesta stazione

GESÙ E LA VERONICA

Occupati dei guai, dei problemi del tuo prossimo.

Prenditi a cuore gli affanni, le esigenze di chi ti sta vicino.

Regala agli altri la luce che non hai, la forza che non possiedi,

la speranza che senti vacillare in te, la fiducia di cui tu sei privo.

Illuminali dal tuo buio.

Arricchiscili con la tua povertà.

Regala un sorriso quando hai voglia di piangere.

Produci serenità dalla tempesta che hai dentro.

“Ecco, quello che non ho, te lo do”.

Questo è il tuo paradosso.

Ti accorgerai che la gioia a poco a poco entrerà in te,

invaderà il tuo essere,

diventerà veramente tua nella misura in cui l’avrai regalata agli altri.

Alessandro Manzoni)

Settima stazione

SECONDA CADUTA DI GESU’

Ripetiamo insieme: Signore, accresci la nostra fede.

* Quando il dubbio ci assale
* Quando siamo avviliti e scoraggiati,
* Quando vediamo i cattivi star bene e i buoni soffrire,
* Quando crediamo al “denaro” e non a te,
* Quando non riusciamo a leggere la nostra vita alla luce della tua
Parola,
* Quando nel dolore siamo tentati di ribellarci a te,
* Signore, perché possiamo credere che tu ci ami nonostante tutto,

Ottava stazione

GESU’ AMMONISCE LE DONNE DI GERUSALEMME

Voglio credere in Dio,

ogni volta che il sole sorge sul mondo

e voglio credere nell’uomo anche quando non sa più stupirsi di questo sole.

Voglio credere in Dio,

ogni volta che nelle ali di un uccello vedo la chiarezza e l’immensità del
cielo

e voglio credere nell’uomo anche quando il cielo sarà diventato grigio per
colpa del suo egoismo.

Voglio credere in Dio,

ogni volta che la Terra ci donerà i suoi frutti

e voglio credere nell’uomo anche quando l’avrà resa sterile.

Voglio credere in Dio,

ogni volta che nel fiore vedrò la delicatezza della creazione

e voglio credere nell’uomo anche quando avrà strappato l’ultimo fiore.

Voglio credere in Dio,

ogni volta che vedrò un bambino sorridere alla vita

e voglio credere nell’uomo anche quando non accetterà la sua nascita.

Voglio credere in Dio,

ogni volta che vedrò un povero ringraziarlo per la sua esistenza

e voglio credere nell’uomo anche quando della sua esistenza non saprà cosa
farsene.

Voglio credere in Dio,

ogni volta che saprà perdonare qualsiasi uomo

e voglio credere nell’uomo anche quando cercherà solo la vendetta.

Voglio credere in Dio Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo

e voglio credere in ogni uomo perché gli è stata data la capacità di essere
figlio nel Figlio. Amen.

Nona stazione

TERZA CADUTA DI GESU’

Beati quelli che sanno ridere di se stessi:

non finiranno mai di divertirsi.

Beati quelli che sanno distinguere un ciottolo da una montagna:

eviteranno tanti fastidi.

Beati quelli che sanno ascoltare e tacere:

impareranno molte cose nuove.

Beati quelli che sono attenti alle richieste degli altri:

saranno dispensatori di gioia.

Beati sarete voi se saprete guardare con attenzione le piccole cose e
serenamente quelle importanti:

andrete lontano nella vita.

Beati voi se saprete apprezzare un sorriso e dimenticare uno sgarbo:

il vostro cammino sarà sempre pieno di sole.

Beati voi se saprete interpretare con benevolenza

gli atteggiamenti degli altri anche contro le apparenze:

sarete giudicati ingenui ma questo è il prezzo dell’amore.

Beati quelli che pensano prima di agire e pregano prima di pensare:

eviteranno tante stupidaggini.

Beati soprattutto voi che sapete riconoscere il Signore in tutti coloro che
incontrate:

avete trovato la vera luce e la vera pace.

Decima stazione

GESU’ SPOGLIATO DELLE VESTI

Signore,

quando credo che il mio cuore sia straripante d’amore

e mi accorgo, in un momento di onestà, di amare me stesso nella persona
amata,

liberami da me stesso.

Signore,

quando credo di aver dato tutto quello che ho da dare

e mi accorgo, in un momento di onestà, che sono io a ricevere,

liberami da me stesso.

Signore,

quando mi sono convinto di essere povero

e mi accorgo, in un momento di onestà, di essere ricco di orgoglio e di
invidia,

liberami da me stesso.

E, Signore,

quando il regno dei cieli si confonde falsamente con i regni di questo
mondo,

fa’ che io trovi felicità e conforto solo in Te. (Madre Teresa)

Undicesima stazione

GESU’ E’ INNALZATO SULLA CROCE

Anche noi dobbiamo essere come Gesù “martiri di pace”, e questo vuol dire
che per la pace dobbiamo salire sulla Croce.

E si sale sulla Croce ogni volta che si contrastano le logiche correnti,
tributarie degli schemi pagani del profitto, della sicurezza. dello
schieramento dei blocchi. Si sale sulla Croce ogni volta che si afferma che
la produzione delle armi, il commercio degli strumenti di morte, e il
segreto che copre il loro traffico, sono una grossa violenza alla giustizia
e un attentato gravissimo alla pace: anzi sono la guerra.

Si sale sulla Croce quando, più che fare discorsi sui massimi sistemi, si
cerca di incarnare coraggiosamente il discorso della pace nelle strutture
legislative, nelle strumentazioni delle scelte concrete, nei dispositivi che
innervano i comportamenti umani.

Si sale sulla Croce ogni volta che, sperimentata l’inutilità di certe scelte
per arrivare a forti prese di coscienza sulla pace, si è costretti a
ipotizzare alcune scelte per le quali si scatena la sufficienza dei dotti,
l’ira dei politici, lo scandalo dei pii, l’indifferenza della massa.

Si sale sulla Croce ogni volta che si vuol dare una mano agli ultimi, ai
poveri, ai diseredati, partendo dal loro angolo prospettico e non
dall’osservatorio dei benpensanti e dei garantiti.

Si sale sulla Croce ogni volta che si è chiamati a quella forma di martirio,
straziante e dolcissimo, che si chiama perdono, nel cui oceano, in questo
momento, vorremmo chiedere al Signore di poter tutti naufragare. Solo se
intriso del nostro sangue di martiri, del nostro coraggio di profeti, della
nostra fierezza regale… il grano della pace non rimarrà più ad abbrustolirsi
nei campi al sole di luglio, ma diventerà finalmente “pane nostro
quotidiano” sulla mensa degli uomini. (Mons. Tonino Bello)

Dodicesima stazione

GESU’ MUORE IN CROCE

Amare: non asservire, ma servire,

non possedere, ma rispettare.

Amare: non lavorare per proprio conto, solitariamente,

ma operare con gli altri, solidalmente.

Amare: non cedere senza discernimento

a tutti gli impulsi del proprio “buoncuore”,

ma cercare il comportamento più responsabile,

saper dire “sì” e “no” quando bisogna.

Amare: non cercare lo straordinario, l’impresa eroica,

ma conferire peso e senso all’umile quotidianità,

non partendo da un’azione, ma dalla disponibilità di tutto l’essere.

Amare adesso,

non sognare il futuro, ma cogliere l’istante presente

amare adesso come sono, e non come sogno d’essere.

Amare come Dio, senza limiti, senza ripensamenti,

senza rimpianto o amarezza, senza mai disperare.

Amare coloro che Dio mi dà per compagni di strada,

ancor meglio, per fratelli.

Amare Colui che, come un mendicante

bussa alla porta del mio cuore e della mia vita.

Amare, perché amare copre una moltitudine di peccati.

Amare, perché amare soltanto ci fa conoscere Dio.

Amare, perché soltanto amare rende eterni.

Amare. Imitare Dio. Guardare a Cristo. Seguire gli appelli dello Spirito.
Amen.

Tredicesima stazione

GESU’ E’ DEPOSTO DALLA CROCE

Aprite la vostra vita alla sua chiamata e accogliete Dio che è davanti a voi
e in mezzo a voi,

e insieme a Lui aprite la vita anche al prossimo e agli avvenimenti
quotidiani.

Donate la vostra vita alla sua chiamata;

non attraverso gesti spettacolari, ma con un servizio fedele, offerto con
l’amore di ogni giorno.

Sperate, secondo la sua chiamata, perché le braccia allargate della sua
croce

restano i segni più alti dell’impegno di Dio, a fianco degli umiliati di
ogni giorno.

Vivete secondo la sua chiamata, uscendo dagli egoismi di morte

e passando, come Lui, attraverso il dono di voi stessi.

Con Lui, anche voi cominciate a risorgere ogni giorno.

Venite! Non allontanate il vostro cuore!

Alla sua chiamata, la vita diventa autentica perché egli ci chiama a vivere

non per noi stessi ma per Dio e per il prossimo.

Quattordicesima stazione

GESU’ NEL SEPOLCRO

Dio dei nostri padri, grande e misericordioso, Signore della pace e della
vita, Padre di tutti.

Tu hai progetti di pace e non di afflizione, condanni le guerre e abbatti
l’orgoglio dei violenti.

Tu hai inviato il tuo Figlio Gesù ad annunziare la pace ai vicini e ai
lontani,

a riunire gli uomini di ogni razza e di ogni stirpe in una sola famiglia.

Ascolta il grido unanime dei tuoi figli, supplica accorata di tutta
l’umanità:

mai più la guerra, avventura senza ritorno, mai più la guerra, spirale di
lutti e violenza,

minaccia per le tue creature in cielo, in terra e in mare.

In comunione con Maria, la Madre di Gesù, ancora ti supplichiamo:

parla ai cuori dei responsabili delle sorti dei popoli,

ferma la logica della ritorsione e della vendetta,

suggerisci con il tuo spirito soluzioni nuove, gesti generosi e onorevoli,

spazi di dialogo e di paziente attesa, più fecondi delle affrettate scadenze
della guerra.

Concedi al nostro tempo giorni di pace. Amen. (San Giovanni
Paolo II)

Preghiera finale

Signore,

fa di me uno strumento della tua pace,

dove c’è odio, io porti l’amore.

Dove c’è offesa, io porti l’unione.

Dove c’è errore, io porti la verità.

Dove c’è dubbio, io porti la fede.

Dove c’è disperazione, io porti la speranza.

Dove ci sono le tenebre, io porti la luce.

Dove c’è tristezza, io porti la gioia.

O Divino Maestro, che io non cerchi tanto

Di essere consolato, quanto di consolare.

Di essere compreso, quanto di comprendere.

Di essere amato, quanto di amare.

Infatti:

dando, si riceve.

perdonando, si è perdonati.

morendo, si risuscita alla vita. (San Francesco)